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Quanto varrebbe il mercato della Cannabis legale in Italia?

Il tema della legalizzazione della Cannabis in Italia è più che mai attuale. In Europa ad oggi la cannabis non è ancora stata legalizzata in nessun paese, ma è di fatto liberalizzata in Olanda e in Spagna – dove il consumo e il possesso non sono puniti, e tollerata per alcuni aspetti in Repubblica Ceca e Danimarca.

Ma, a livello internazionale, stiamo assistendo ad un processo di apertura a livello culturale nei confronti di questa pianta. Dopo le recenti mosse del Messico e dello stato di New York, in molti paesi si comincia a fare i conti con le incredibili possibilità offerte a livello economico dal processo di legalizzazione.

Quali sono in estrema sintesi i benefici della legalizzazione?

  • Emersione del mercato nero
  • Minori introiti nelle casse delle narcomafie
  • Benefici a livello di crescita del PIL
  • Impatto positivo a livello occupazionale
  • Aumento della raccolta delle accise statali e regionali
  • Fine dei reati connessi al consumo e al possesso
  • Diminuzione della criminalità

Insomma, l’aspetto che ha maggiore rilevanza per una futura legalizzazione in Italia è l’impatto a livello sociale ed economico. La legalizzazione della cannabis nel Belpaese garantirebbe infatti un incredibile introito alle casse dello stato e porterebbe un taglio enorme alle finanze di mafie e narcotrafficanti.

Non si tratta di una semplice teoria, ma di una vera e propria proiezione scaturita al termine di uno studio condotto dall’Università di Messina. Un’analisi scaturita all’interno del dipartimento di Scienze Cognitive dell’Università di Messina e portata a termine da due economisti nell’ambito del progetto “Meglio Legale”. Ferdinando Ofria, professore associato di Economia Politica e Pietro David, assegnista di ricerca.

Lo studio è stato presentato nei primi mesi del 2021 – si concentra non solo sulle possibilità finanziarie che la legalizzazione della cannabis aprirebbe. Possibilità per un mercato che, fatta eccezione per la cannabis terapeutica, è solo ed esclusivamente in mano alle mafie. Lo studio inoltre prende in esame le conseguenze giuridiche che la strada dell’erba legalizzata aprirebbe.

In questo articolo analizzeremo insieme il potenziale di un mercato legale della cannabis, dai vantaggi al risparmio economico che il Paese potrebbe ottenere.

Che cosa Afferma lo studio sulla Legalizzazione in Italia

Lo studio di Ferdinando Ofria e Piero David dell’Università di Messina dichiara fin dall’inizio, e senza mezzi termini, che la cannabis è il prodotto più diffuso sul mercato illegale italiano. Tutto ciò viene confermato dalle indagini e dalle operazioni antidroga condotte sul territorio: oltre il 96% del materiale sequestrato è fatto di cannabis e derivati.

Il primo dato presentato riguarda dunque un netto risparmio per le casse dello stato, determinato in prima istanza dall’assenza di spese per attività di controllo e sequestro del materiale illegale. Attività che in Italia, vista anche la proliferazione dei corpi di polizia, risulta macchinosa e davvero costosa.

Se esistesse un mercato legale della cannabis, dice lo studio messinese, lo Stato riuscirebbe a risparmiare oltre 600 milioni di euro l’anno. Soldi che anormalmente vengono spesi per proibizione e controllo dei mercati neri, tramite retate, infiltrazioni, appostamenti sul territorio, posti di blocco.

A conti fatti quindi, la legalizzazione della cannabis in Italia andrebbe a creare un mercato profittevole non solo per lo stato, ma anche per i consumatori di cannabis. Un processo win-win, dove tutti ci guadagnano.

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I vantaggi della legalizzazione della Cannabis in Italia

La cannabis legale in Italia è, ad oggi, un progetto ancora lontano. Grazie a questo nuovo studio, però, si fa un ulteriore passo avanti su quello che potrebbe essere lo scenario per le casse dello Stato. Il vantaggio di una legalizzazione su vasta scala, infatti, sarebbe perlopiù economico.

Facciamo degli esempi.

Le stime sul consumo annuo di cannabis sono effettuate attraverso lo studio di tre diverse statistiche rese disponibili:

  1. Le indagini IPSADItalian Population Survey on Alcohol and other Drugs, un sondaggio realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR ogni due anni.
  2. L’indagine Acqua Drugs – Stima del consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione mediante analisi delle acque reflue.
  3. L’analisi dei sequestri operati dalle forze di polizia.

11 Miliardi: Potenziale Fatturato da Capogiro per l’Erba Legale in Italia

Secondo quanto emerso dai sequestri dell’ultimo anno ad esempio, una proiezione circa il fatturato annuo lordo del mercato dell’erba legale in Italia sfiorerebbe gli 11 miliardi di euro. Una cifra da capogiro, che alimenterebbe un gettito fiscale non indifferente. A guadagnarci inoltre potrebbero essere in molti: le aziende agricole, le aziende di trasformazione, i trasportatori, i tabaccai… ma la lista potrebbe allungarsi.

La legalizzazione in Italia: un colpo al mercato nero gestito da Camorra e ‘Ndrangheta

Il valore di un potenziale mercato legale della cannabis in Italia non si misura però solo ed esclusivamente attraverso un beneficio economico. Stando allo studio dell’Università di Messina, la cannabis copre oltre il 90% del mercato illegale ed è la sostanza più diffusa e consumata dalle persone.

Insomma, se la cannabis fosse legalizzata, porterebbe un duro colpo anche alle casse delle mafie.

Perché la cannabis non viene legalizzata in Italia?

Lo studio condotto dall’Università di Messina ci fa riflettere anche sulle cause che ancora rendono la cannabis una pianta illegale nel nostro bel Paese. Le domande e le conseguenti risposte sono diverse.

La Chiesa? La religione ovviamente ha il suo ruolo in questo discorso, ma il problema è più generazionale che morale. Le nuove generazioni infatti, persone più giovani e nate in tempi statisticamente più maturi, sono in larga parte a favore di una legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo.

Dietro all’attuale situazione italiana ed europea c’è quindi un concetto di proibizionismo insito nella cultura e prolungatosi nel tempo. Un’idea di controllo sulla popolazione e di devianza, nata in ambito sociologico a partire degli anni ’30 del secolo scorso in America, con il preciso intento di individuare una fascia sociale da criminalizzare. Un’idea che da allora, dagli Stati Uniti, si è diffusa in tutto il mondo. Ma, le cose stanno cambiando, e anche piuttosto in fretta. 14 stati americani hanno infatti legalizzato la marijuana a scopo ricreativo, 36 stati americani l’hanno legalizzata a scopo medico. Ben presto molti altri paesi si sono messi sulla loro scia.

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‘Marijuana Tax Revenue 2020’ – Le accise sulla Cannabis stato per stato, misurate in milioni di dollari

Il concetto da far passare è quindi quello di un cambiamento di passo a livello culturale: cercare di far conoscere a più persone possibili la potenziale e reale applicazione della cannabis, senza dipingere a tutti i costi l’erba come un problema da estirpare.

Concludendo, possiamo affermare che il mercato legale della cannabis italiana ha cominciato a vedere uno spiraglio di luce attraverso la produzione di cannabis light.

Lo studio di Messina è stato pensato proprio per questo: portare a galla tutte le considerazioni in merito per sdoganare l’argomento e renderlo chiaro per tutti, seguendo la scia di quanto fatto in America.