cannabis terapeutica ricerca scientifica

Se stai leggendo questo articolo, anche tu ti sei chiesto in che senso si possa parlare di marijuana legale in Italia. Ad oggi, esistono due tipologie di marijuana legalmente venduta in Italia:

1) La Cannabis Terapeutica: marijuana legale con alto contenuto di THC venduta per curare specifiche patologie, esclusivamente a seguito della presentazione della prescrizione del medico.

2) La Cannabis Light: marijuana legale con CBD e bassissimi livelli di THC (il principio attivo deve essere inferiore allo <0,6% come concentrazione). Viene venduta senza presentazione di alcuna ricetta. Ne è consentito il possesso per usi tecnici e da collezione.

Cannabis Terapeutica nella Storia Europea: Evidenze Archeologiche

Stando alle evidenze archeologiche gli europei utilizzano cannabis a scopo terapeutico sin dal 3.000 a.C. Nell’Età del Rame e nella tarda Età del Bronzo si diffonde nell’Europa del nord e nel Mediterraneo la Cultura del Vaso Campaniforme (Bell Beaker Culture), con importanti siti ubicati anche in Sardegna e in Sicilia. Risale al 2007 il rinvenimento di un vaso contenente resti di Cannabis Sativa e Olmaria (Filipendula Olmaria – una pianta della famiglia delle Rosacee) all’interno di una sepoltura a Gelderland (Olanda). Con molta probabilità si trattava di un preparato fitoterapico che ha accompagnato questo nostro antenato nel percorso della terapia del dolore.

Cannabis Terapeutica Italia: il Lavoro di Raffaelle Valieri

In epoca moderna, è stato un medico irlandese di nome William Brooke O’Shaughnessy, di ritorno dall’India, a riportare l’accento sui benefici della Cannabis Indica ad uso medico nella medicina occidentale. O’Shaughnessy credeva molto nelle proprietà curative della canapa e a livello culturale la considerava un vero e proprio veicolo di scambio tra le genti.

cannabis terapeutica o shaughnessy

Alla fine dell’800 anche in Italia si comincia a parlare dell’apporto benefico della canapa sulla salute umana. Un dottore napoletano, Raffaele Valieri, pubblica un pamphlet dal titolo “Sulla canapa nostrana e sui suoi preparati in sostituzione della Cannabis indica” (che trovate in consultazione sul portale dell’illustre ricercatore ed etnobotanico Giorgio Samorini). La canapa nostrana di cui parlava Valieri era la canapa da fibra, ampiamente coltivata in tutta Italia, e soprattutto in Campania, nell’800.

“Comincio dalla Canapa Nostrana (Cannabis Sativa L.) e suoi preparati, e dal suo valore fisiologico-terapico in sostituzione alla Cannabis Indica. Desse botanicamente sono le stesse, poiché appartengono ambedue alla famiglia delle Urticaceae, e solo differiscono tra loro per la provenienza, per la forza di azione e pel caro del prezzo.

Da molti anni ho rivolto la mia attenzione sul valore positivo fisio-terapico della Cannabis Indica e de’ suoi preparati nella cura di alcune malattie nervose ed in altri miei scritti ho segnato l’azione benefica della sua resina detta altrimenti cannabina, solfato di cannabina, etc. L’ho trovata vantaggiosa nell’isterismo e ne ho dato ricette nei formulari dell’epoca, nell’asma nell’enfisema polmonare, nell’emicrania, e soprattutto nel Gozzo esoftalmico, o Malattia del Flaiani…”

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Cannabis Terapeutica Italia: il Quadro Normativo Oggi

Oggi la cannabis terapeutica in Italia è un prodotto farmaceutico controllato dallo stato e pienamente legale. Tuttavia in Italia i pazienti che hanno bisogno di questo farmaco incontrano frequenti difficoltà di reperimento.

Dopo l’elaborazione di un’ingente mole di studi scientifici che avvallavano l’utilizzo terapeutico della marijuana, la farmacologia ha riconosciuto il valore del THC in purezza. Inizialmente così è stato sdoganato il THC puro – un prodotto sintetico realizzato in laboratorio. Dal 2007 il THC è stato inserito nella lista delle sostanze che possono essere adoperate per fabbricare medicinali. In quel periodo, il problema era legato all’interpretazione più conservatrice, secondo la quale si poteva utilizzare THC puro, ma non propriamente la cannabis come pianta in toto. Il decreto firmato Livia Turco delega le funzioni relative alla somministrazione di cannabis terapeutica ai consigli regionali il compito di normare le modalità di erogazione.

Poi, nel Decreto Ministeriale 23/01/2013, il legislatore rivede la tabella delle sostanze stupefacenti e psicotrope, emanata con Decreto del Presidente della Repubblica 9/10/1990. Con questa legge i medicinali di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture) vengono inseriti nella Tabella II, Sezione B. Allo stesso tempo la norma stabilisce di inserire nel bugiardino di alcuni prodotti sanitari e terapeutici la frase “medicinali stupefacenti di origine vegetale a base di cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture)”. Sono le parole che consacrano definitivamente l’utilizzo di marijuana legale a uso medico in Italia.

Un ulteriore passo in avanti avviene nel 2015 con il decreto firmato da Beatrice Lorenzin. Emergono infatti aree di applicazione per la cannabis ad uso terapeutico:

• Dolore cronico, terapia del dolore;
• Nausea e vomito da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV;
• Stimolante della fame per cachessia, anoressia, tumori, AIDS;
• Glaucoma;
• Sindrome de la Tourette.

Il decreto Lorenzin prevede inoltre l’avvio di un progetto di somministrazione pubblica, in ambiente controllato, dei farmaci a base di cannabis. Progetto che tuttavia, al momento, rimane ancora sulla carta.

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Marijuana legale a scopo medico e illegale a scopo ricreativo

Bisogna innanzitutto fare una precisazione: la cannabis per uso terapeutico e quella per uso ricreativo sono la stessa cosa. L’unica differenza è che la prima è illegale in Italia (ma legale in Canada, California, Uruguay, etc), la seconda è legale in Italia. I pazienti provvisti di ricetta possono acquistare cime fiorite dallo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze o importare Bedrocan (cime fiorite con alti livelli di THC) dall’Olanda e dagli altri stati produttori farmaci come Bediol, Bedrobinol, Bedica, Bedrolite, FM2. Marinol (dronabinol), Syndros (dronabinol), and Cesamet (nabilone) sono invece composizioni farmaceutiche a base di marijuana in uso in America.

Come abbiamo detto prima, il THC sintetico e contenuto nei farmaci in pillole e tablet è puro, prodotto in laboratorio. Ma i cannabinoidi estratti dalla pianta di cannabis sono la materia prima utile a creare molti tipi di farmaci. È obbligatorio che si segnali in maniera chiara la presenza di questi principi attivi sia sulla confezione che sul foglio illustrativo del prodotto. Quest’ultimo deve essere controllato rigidamente dall’AIFA – l’Agenzia Italiana del Farmaco, il che vuol dire che può essere venduto solo dietro presentazione della ricetta da parte di un medico specialista.

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Marijuana Legale a uso terapeutico: a quali pazienti si rivolge

L’utilizzo della cannabis a fini terapeutici è finalizzato al trattamento di patologie altrimenti difficili da curare, e la sua somministrazione necessita della prescrizione da parte di un medico. A questo link potete vedere il fac-simile di una ricetta per la somministrazione di cannabis terapeutica.Diversi studi scientifici condotti nel nostro paese hanno dimostrato come il trattamento con la cannabis terapeutica possa aiutare pazienti affetti da patologie critiche, quali le lesioni del midollo spinale e la sclerosi multipla. La ricerca è solo agli inizi – proprio i questi anni sono in corso di attivazione in molti atenei italiani – come il Dipartimento di Farmacologia di Milano, corsi specialistici sulla cannabis terapeutica e la cannabis light.

I cannabinoidi presenti nella sostanza – il THC in primis e il CBD poi, sono inoltre efficaci per contrastare molti tipi di dolori cronici e neuropatici: la spasticità, la rigidità muscolare e l’incontinenza della vescica. La cannabis terapeutica viene inoltre prescritta a persone che si sottopongono mensilmente alle cure chemioterapiche. Grazie agli effetti del THC i pazienti riescono a lenire la nausea, le vertigini e il vomito causati dalla chemio.

Come Ottenere la Cannabis Terapeutica

L’utilizzo della cannabis a fini terapeutici è finalizzato al trattamento di patologie altrimenti difficili da curare, e la sua somministrazione necessita della prescrizione da parte di un medico. A questo link potete vedere il fac-simile di una ricetta per la somministrazione di cannabis terapeutica.

Non c’è una sola modalità per accedere ai farmaci contenenti cannabis terapeutica. In alcuni casi, in certe regioni, è possibile presentare anche la cosiddetta ricetta bianca, con responsabilità a carico del richiedente. In altri, la marijuana legale è prescrivibile anche con la formula delle spese a carico del paziente, nel caso in cui la malattia sia stata oggetto di una lettura scientifica approfondita. L’eventuale rimborso viene stabilito sempre dalle singole regioni attraverso il SSR (Sistema Sanitario Regionale), in base alla lista di patologie previste per l’uso terapeutico necessario. Questo elenco comprende regioni inserite in diverse fasce:

Legge Regionale applicata, ma non completa: Umbria
Legge Regionale applicata, ma scarsa presenza di medici specialisti che conoscono la cannabis e la prescrivono: Puglia, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte
Legge Regionale non del tutto applicata: Campania, Marche, Friuli-Venezia-Giulia
Legge Regionale recente e in corso di applicazione: Lazio, Sardegna, Lombardia, Veneto
Nessuna Legge Regionale: Calabria, Val d’Aosta, Sardegna

Cannabis Terapeutica: prospettive di Ricerca e Applicazione

A dicembre del 2020 l’assemblea dell’ONU ha rimosso la Cannabis dalla lista delle sostanze stupefacenti e pericolose (ne abbiamo parlato qui). Questo atto apre di fatto la strada a nuovi scenari a livello internazionale. Maggiori possibilità di ricerca sperimentale e applicazioni cliniche della marijuana legale a scopo terapeutico significano nuovi campi d’applicazione.
Il futuro della cannabis medicale è dunque piuttosto promettente ed è fatto di selezione di genetiche ad alto contenuto di THC e CBD (sembra infatti che il cannabidiolo aiuti a mitigare gli effetti collaterali del tetraidrocannabinolo). Ci vorranno inoltre i migliori scienziati, dotati di tecnologia all’avanguardia e la scienza medica in grado di applicare, acquisire dati e proporre un’analisi continuativa. In questo modo riusciremo a capire se e come la marijuana legale può essere utile, ad esempio, nei trattamenti di scompensi e danni a livello neurologico.

cannabis ad uso medico