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Le origini della Cannabis

Il rapporto fra l’uomo e la pianta della canapa risale alla notte dei tempi. Questo arbusto è stato utilizzato per scopi alimentari (i semi sono ricchi di acidi grassi), per le sue fibre da cui ricavare tessuti e corde, così come a scopi terapeutici e ricreativi. Le prime testimonianze storiche dell’utilizzo di Cannabis Sativa, la varietà più diffusa in tutta la fascia subtropicale, risalgono al terzo millennio avanti Cristo. Alcuni documenti dell’imperatore e padre della medicina tradizionale cinese Shen Nung, datati 2727 a.C., iscrivono la canapa nella farmacopea ufficiale del paese.

L’evoluzione dell’utilizzo della Cannabis

Da Oriente durante l’ellenismo l’utilizzo dell’erba giunge fino in Grecia. Considerata una pianta medicinale e ricreativa da greci e romani, la cannabis viene descritta dal poeta Ovidio e da Galeno. Il medico più famoso dell’antica Roma ne rimarca i benefici durante le riunioni nella società, grazie alla sua capacità di provocare divertimento e risate.

Dopo il 1500 la coltivazione della canapa arriva fino nelle Americhe, dove trova ampio utilizzo per le fibre. Poi, nel primo dopoguerra, sono gli stessi americani, inventori delle scienze sociali e della sociologia della devianza, a criminalizzare in toto la pianta. Negli anni ‘30 del novecento la “cultura del progresso” nella società americana ha bisogno di individuare una serie di nemici. La canapa, una pianta dai mille usi che produce un’eccezionale biomassa, non piace ai grandi petrolieri e ai latifondisti, perché porta una ricchezza diffusa. Nel 1937 Roosvelt emana il Marihuana Tax Act , con cui si vieta la produzione, il commercio e il consumo di cannabis. Coloro che utilizzano marijuana a scopi medici o ricreativi vengono etichettati come ‘devianti’ o ‘criminali’. La macchina del fango si mette in moto, le autorità governative statunitensi producono una serie di spot e documentari realizzati su basi antiscientifiche, con estrema faziosità. Lo scopo è mettere al bando la pianta. Egli americani ci riescono, perché dagli Stati Uniti la cultura del proibizionismo si diffonde presto in tutto il mondo. Ma, riguardandoli oggi, quei filmati di pura propaganda, nella loro falsità ci fanno sorridere. Molti americani evidentemente non sapevano che la famigerata Marijuana e la Cannabis (hemp in inglese), già allora utilizzata per alleviare dolore e curare alcuni disturbi, fossero la stessa cosa.

La percezione della Cannabis oggi

Disinformazione, fake news e credenze popolari, hanno creato attorno alla cannabis una gran confusione, generando una reputazione negativa che questa pianta non merita affatto.

Di base bisogna essere consapevoli di un aspetto: esiste una sola pianta, la cannabis – nome latino che in italiano viene tradotto con canapa. Nel corso dei secoli questa pianta è stata selezionata per scopi diversi: per avere fibra tessile, per ottenere semi da cui ricavare prodotti per l’alimentazione umana e animale, per avere cime fiorite ricche di principi attivi con scopi terapeutici o ricreativo-ludici. Per ogni utilizzo l’uomo ha selezionato cultivar differenti, ne consegue che, ad esempio, la canapa tessile è una varietà differente rispetto alla cannabis legale con CBD. E la cannabis legale è diversa dalla ganja, l’erba che contiene THC.

Sembrano dettagli, ma è importante fare chiarezza. Quella che stiamo vivendo infatti è l’era dei social e del web, in cui l’informazione è libera e chiunque può scegliere le proprie fonti. Ma in molti ancora non sembrano aver compreso le differenze tra un termine e l’altro, attribuendo criteri, peculiarità e caratteristiche senza cognizione di causa.

Questo articolo nasce proprio per spiegare, una volta per tutte, l’uso corretto di alcuni termini e la loro origine.

Differenze tra canapa, cannabis e marijuana

Partiamo da un assunto fondamentale: canapa, cannabis e marijuana sono sostanzialmente sinonimi. Ciò che differenzia questi termini è l’utilizzo che viene fatto della pianta o la sua definizione scientifica. Vediamo meglio nel dettaglio.

Cos’è la Cannabis?

Si tratta di una pianta conosciuta e coltivata da secoli, utilizzata in differenti forme e per molteplici scopi: materiale da fibra per la creazione di tessuti, rimedio terapeutico e medicinale, sostanza inserita all’interno di complessi rituali e anche merce di scambio.

Cannabis: il nome scientifico

È il nome scientifico della pianta, del genere delle angiosperme, che fa parte della famiglia delle Cannabaceae. Secondo alcuni scienziati tutte le varietà esistenti di questa pianta possono essere raggruppate in un’unica specie: la Cannabis Sativa, che a sua volta comprende diverse varietà. Secondo altri, invece, vanno distinte almeno tre specie principali: Sativa, Indica e Ruderalis.

I componenti naturali più abbondanti nella pianta di Cannabis Sativa sono i cannabinoidi, presenti in oltre cento tipologie. Le concentrazioni di cannabinoidi più cospicue sono di THC, CBD e CBN. Il THC è la causa principale della maggior parte degli effetti psicotropi di alcune varietà di cannabis. Invece il CBD è un principio attivo responsabile di relax e benessere a livello fisico e mentale, senza effetti collaterali o psicoattivi. Il CBD non crea assuefazione e risulta ideale per la cura di diverse patologie.

Oggi dunque con il termine cannabis possiamo indicare la pianta in generale. La cannabis light è una varietà, si tratta l’erba legale con CBD, a contenuto ridotto di THC (sotto all’1%).

Canapa: pianta dai mille usi

Di fatto il termine canapa è la traduzione italiana della parola cannabis e ha un significato di grande valore per l’economia del nostro paese. Con la canapa si producono tessuti per camicie, per calzoni, per teli e vele da barca, corde, cordini, stoppini, filtri per argini, carta, rinforzi per bacini e molto altro.

fabbrica corde fibra canapa

La canapa tessile: una storia italiana

All’inizio del secolo scorso l’Italia era tra i primi produttori a livello mondiale di canapa tessile.  Nel 1940 infatti ben 90mila ettari del territorio erano dedicati alla coltivazione della canapa. Secondo i dati in Italia producevamo più canapa di quanto se ne produca oggi in tutto il mondo (85mila ettari votati a canapa a livello mondiale nel 2011).

Con questa parola infatti l’animo degli italiani ancora si risveglia. Per canapa si intende la pianta che veniva coltivata in gran quantità in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e nel sud Italia, per la produzione di alimenti, carta, cordame, tessuti e cosmetici. Negli ultimi decenni la coltivazione di canapa tessile è ripresa lungo lo stivale, in particolare in alcuni regioni (es.: Puglia) si stanno costruendo complessi di abitazioni utilizzando la canapa, uno dei più innovativi materiali per la bioedilizia.

Marijuana: benefici e cosa significa

Dopo la messa al bando nei primi decenni del secolo scorso, sono stati prima gli uruguaiani, poi molti gli stessi americani, a legalizzarla per gli usi ricreativi.

campo cannabis fiori

Marijuana e cannabis sono la stessa cosa?

Quasi, marijuana e cannabis sono la stessa pianta, ma non sono la stessa cosa. La parola marijuana (maria-giovanna) ha origine negli Stati Uniti all’inizio del 1900. Veniva associata, per screditarli, agli immigrati messicani. Latinos che, secondo le false cronache proibizioniste dell’epoca, si macchiavano di sanguinosi crimini sotto effetto di questa “erba magica”. Oggi marijuana è, nel gergo della strada, il termine con cui si identifica la varietà di erba che contiene THC, sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di canapa, che vengono fumate con vaporizzatori, cartine, bong, water pipe.

È quella cantata e celebrata da Bob Marley, che i giamaicani chiamano ganja. Sostanza indispensabile per la meditazione e la preghiera nella cultura, nella religione rastafariana. Negli anni ‘70 del novecento la marijuana è divenuta simbolo del mondo hippie per le sue proprietà psicoattive.

Utilizzo della Marijuana in ambito medico

Sebbene ostacolata, negli anni è proseguita la ricerca sugli utilizzi della marijuana in campo medico. Anche in Italia l’utilizzo terapeutico della marijuana è legale. Con la la Legge n. 172 del 4 dicembre 2017 si è provveduto a disciplinare la produzione, la trasformazione, l’importazione e la vendita di cannabis ad uso medico. A produrre la cannabis di stato, la cannabis terapeutica con elevato tenore di THC è lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. I pazienti possono richiedere la ricetta dal proprio medico curante per ottenerla. La cannabis terapeutica con THC viene utilizzata, tra gli altri, per il trattamento di:

  • trattamento di dolore post-operatorio
  • anoressia
  • cefalea/emicrania
  • nausea da chemioterapia
  • morbo di Alzheimer
  • glaucoma
  • terapia del dolore

Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze però non riesce a soddisfare tutte le richieste e rifornire tutte le farmacie italiane. Così importiamo cime fiorite da altri paesi europei, in primis l’Olanda, dove la produzione è certificata.